Il dibattito sull’abolizione del reato di abuso d’ufficio è acceso tra i sindaci lecchesi dopo l’approvazione del disegno di legge del ministro Nordio. Mentre alcuni come Marco Ghezzi di Calolziocorte ritengono che sia una norma di buonsenso, altri come Riccardo Fasoli di Mandello sono preoccupati che possa aprire la strada a comportamenti non trasparenti.

Ghezzi sostiene che l’abuso d’ufficio rappresentava un fardello per i sindaci, spesso costretti a non firmare provvedimenti logici per paura delle conseguenze. Secondo lui, ci sono altri modi per punire chi agisce in modo non trasparente senza dover ricorrere a questo reato.

Al contrario, Fasoli teme che senza l’abuso d’ufficio si possa favorire un arricchimento personale o il colpire qualcun altro abusando del proprio ruolo. Propone di rendere più chiara la distinzione tra dolo e colpa nelle varie fattispecie per evitare abusi.

Anche Cesare Colombo di Valmadrera esprime perplessità sull’abolizione del reato, temendo un vuoto normativo. Tuttavia, Dante De Capitani di Pescate contesta l’idea che i sindaci possano avere paura di firmare provvedimenti, sostenendo che la responsabilità delle scelte spetta a chi ricopre quel ruolo.

Il dibattito rimane aperto, con posizioni diverse tra i sindaci lecchesi sull’abolizione del reato di abuso d’ufficio.

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