Zaino in spalla

La scorsa settimana, partendo dal lago di Malga Bissina, abbiamo raggiunto il Passo Ignaga, sulla dorsale che divide la Val di Fumo e la Val Saviore: proprio la posizione a cavallo delle due valli ha posto queste zone al centro dei combattimenti nel corso della prima guerra mondiale. All’inizio del conflitto, nei primi giorni d’estate del 1915, gli austriaci si accorsero di quanto l’Italia avesse sottovalutato l’importanza della difesa lungo la linea dei ghiacciai nel gruppo dell’Adamello e uno dei primi attacchi che sferrarono fu proprio nei pressi del Lago di Campo, da cui transiteremo con il percorso qui decritto.

Al Passo Ignaga val la pena perdere qualche minuto girando tra i resti della Grande Guerra: verso nord sale un bel tratto di sentiero che sfrutta i vecchi camminamenti con scale in pietra e muretti di protezione, poi trincee, caverne scavate nella roccia e piccoli terrazzamenti dove sorgevano le baracche in legno. In alternativa al rientro a Malga Bissina lungo il percorso di andata, in questa occasione viene proposto un ritorno più impegnativo con un giro ad anello nel tipico ambiente adamellino, tra praterie alpine, laghetti e pietraie.

Il percorso

Dal Passo Ignaga prendiamo verso sud il sentiero N.1 dell’Adamello, di cui percorreremo una parte della tappa che unisce i rifugi Città di Lissone e Maria e Franco. Con un traverso a mezza costa, tra grossi massi di tonalite, su tracciato sempre ben segnalato, risaliamo sino al Passo d’Avolo, da cui ci affacciamo sulla conca del Lago d’Avolo, con le limpide acque in cui si specchia la parete rocciosa del monte Campelio.

Di fronte a noi ecco che si apre il panorama dominato dal Re di Castello, ma nelle giornate limpide la vista arriva sino alla Pianura Padana e agli Appennini, con il profilo seghettato del Monte Baldo a chiudere verso sinistra. A questo punto scendiamo lungo il costone alla sinistra del laghetto, raggiungendo il punto più impegnativo del tracciato: il sentiero passa in un ripido tratto roccioso a fianco della cascata creata dalle acque che escono dal soprastante Lago d’Avolo.

Prestando attenzione ai tratti bagnati che rendono la roccia scivolosa e aiutandosi con le catene e le staffe metalliche presenti lungo il percorso, ci portiamo ai piedi della cascata, dopodiché prendiamo verso destra seguendo il lungo traverso che conduce al Passo di Campo. Qui si lascia l’Alta Via N. 1 per prendere a sinistra il segnavia 242 con cui scendiamo sino al Lago di Campo. A questo punto costeggiamo il lago, passando a fianco di quel che rimane della Malga Campo di Sopra e con sentiero ben segnalato rientriamo al parcheggio di Malga Bissina.

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