La cronaca ci racconta spesso di femminicidi, ma questa volta la vittima è stata un uomo: non ha perso la vita, ma è stato mutilato. Il tribunale di Venezia ha presieduto il processo, che ha visto una donna di 35 anni di origini etiopi come imputata. Separata da un uomo di 45 anni di Marghera, vive a Roma con un nuovo compagno. Tuttavia, doveva risolvere alcune questioni con l’ex marito e si è recata a Marghera per farlo. Dopo aver accettato di passare la notte nella sua vecchia casa, le versioni sulle dinamiche dell’accaduto divergono. Secondo l’uomo, c’è stato un rapporto sessuale consensuale che ha portato a un litigio, mentre la donna sostiene di essere stata aggredita. In ogni caso, lei ha preso un coltello e ha reciso il pene dell’uomo con un solo colpo, costringendolo a correre in ospedale per essere riattaccato. Il collegio giudicante ha accolto la versione dell’uomo e condannato la donna a 8 anni di reclusione e 60mila euro di risarcimento danni per lesioni volontarie gravissime e aggravate. Tuttavia, i difensori della donna hanno annunciato ricorso in appello, sostenendo che si è trattato di legittima difesa in risposta a un’aggressione sessuale. L’iter giudiziario continuerà, ma è comunque consigliabile evitare di tenere coltelli sul comodino.

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