Il noto infettivologo Massimo Galli è stato condannato a 1 anno e 4 mesi di reclusione per falsificazione di documenti nel contesto di presunti concorsi truccati presso l’Università Statale di Milano. L’accusa riguardava il favoritismo nei confronti del suo collaboratore Agostino Riva e il danno arrecato al primario dell’ospedale Niguarda, Massimo Puoti. Tuttavia, Galli è stato assolto dalle accuse di turbativa d’asta e abuso d’ufficio poiché il fatto non sussiste.

Il processo è scaturito da un’indagine sui presunti concorsi pilotati per professori e ricercatori presso la Facoltà di medicina della Statale di Milano. La commissione di cui Galli faceva parte avrebbe favorito Riva rispetto a Puoti con un punteggio più alto. Nonostante la condanna per falsificazione di un documento, Galli ha dichiarato di aver commesso un errore nel non correggere una data.

Questo verdetto rappresenta un punto di svolta per l’ex primario dell’ospedale Sacco, che è stato uno dei volti più noti durante l’emergenza Covid. Saranno necessari 90 giorni per conoscere le motivazioni della sentenza emessa dal tribunale di Milano. In ogni caso, questa vicenda mette in luce l’importanza della trasparenza e dell’etica nel mondo accademico e della ricerca scientifica.

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