Anna Avogadro ha raccontato le difficoltà per chiudere il contratto con Fastweb che ora le comunica un ricalcolo delle cifre chieste per l’utenza di Benedetta, scomparsa quasi due anni fa. Ora la risposta dell’azienda

Due mail, arrivate nella casella di posta elettronica di Anna Avogadro nel primo pomeriggio di ieri (giovedì 18 luglio), prospettano la definitiva risoluzione del surreale caso in cui si è trovata coinvolta dopo la morte, improvvisa, della sorella Benedetta. L’impossibilità di risolvere il contratto di telefonia fissa, intestato alla sorella deceduta nel novembre del 2022 nella sua abitazione di Treviglio. Un’impossibilità dovuta alla richiesta, sia da parte di un’operatrice del call center Fastweb (la società, giorni dopo, ha spiegato che sarebbe comunque stato un malinteso legato alla documentazione), che della società di recupero crediti Covisian di ricevere la disdetta sottoscritta da parte della sorella, scomparsa da quasi 2 anni.

Pec inviate nei mesi precedenti e reclami con gli allegati richiesti non erano serviti a far cessare la fatturazione dell’utenza proseguita per diversi mesi. Ieri la prima comunicazione le è stata inoltrata dalla società di recupero; un messaggio Whatsapp in cui l’addetta incaricata della pratica l’ha informata di come «il capitale oggetto dei nostri precedenti solleciti (162 euro, ndr) sarà oggetto di ricalcolo da parte di Fastweb S.p.A. Le comunichiamo che la nostra lavorazione si conclude definitivamente». Dopo un’ora anche Fastweb le ha inviato una mail per comunicarle «la necessità di contattarla per comunicarle le azioni intraprese per la gestione risolutiva della pratica».

Dunque, con una prossima telefonata su questa incredibile vicenda, raccontata ieri sulle pagine del nostro giornale, dovrebbe scriversi la parola «fine». Chi perde una persona cara lo sa, chiudere utenze e bollette è un dolore nel dolore, va fatto e lo si vuole fare senza intoppi. Ci manca solo la burocrazia. Anna Avogadro ha raccontato di aver ricevuto il reclamo di Fastweb per il mancato pagamento delle fatture di novembre e dicembre. E che, tra telefonate, risposte su un «disguido» e tentativi di ribadire che la sorella fosse morta, si è sentita dire che per chiudere il contratto servisse la firma in originale, cioè proprio quella di Benedetta, scomparsa come detto nel novembre di due anni fa. Contattata anche dal nostro giornale, Fastweb dopo due giorni, nella mattinata odierna (venerdì 19 luglio), ha inviato una nota nella quale chiarisce: «Ci scusiamo con la famiglia Avogadro.Quanto al merito della vicenda confermiamo di aver già provveduto alla cessazione del contratto e allo storno di tutte le fatture emesse successivamente alla data della richiesta di cessazione. Purtroppo il malinteso si è creato perché la richiesta di cessazione, gestita in conformità con le procedure, non era completa di tutti i documenti necessari, fermo restando che la firma richiesta è esclusivamente quella del richiedente la cessazione del servizio».

La vicenda di Anna Avogadro con Fastweb sembra finalmente giungere a una conclusione, dopo mesi di difficoltà e incomprensioni burocratiche. Speriamo che la parola “fine” possa davvero porre fine a questo triste capitolo e che la famiglia Avogadro possa finalmente trovare la pace e la tranquillità che merita.

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