Il caso dell’incendio di via Moroni potrebbe avere degli sviluppi interessanti. Dopo l’incidente probatorio di ieri, con la deposizione del perito nominato dal giudice per le indagini preliminari, si potrebbe valutare di iscrivere altre due persone: Alessandra Rota, proprietaria della mansarda da cui è partito il fuoco, e l’ingegnere Roberto Lucido, progettista dei lavori di ristrutturazione in corso. Entrambi potrebbero essere coinvolti per la documentazione incompleta relativa al cantiere presentata in Comune, tra cui il mancato deposito del Piano operativo di sicurezza.

La difesa dell’avvocato Vanessa Bonaiti si concentrerà su questo aspetto, sostenendo che non fosse necessario presentare il Pos. Nel frattempo, l’unico indagato per incendio colposo, Cosimo Ruberti, potrebbe non essere l’unico responsabile. Infatti, il perito ha evidenziato che altre persone potrebbero aver avuto una responsabilità nel disastro.

Il caso risale al 21 agosto 2023, quando le fiamme hanno distrutto il sottotetto del civico 20, coinvolgendo anche il palazzo confinante. Circa 65 persone, tra inquilini e proprietari, attendono ancora il risarcimento per i danni subiti. Adesso spetta al pm Giancarlo Mancusi tirare le fila delle indagini, basandosi sulle relazioni dei vigili del fuoco, delle testimonianze raccolte dalla polizia locale e sulle conclusioni del perito.

Il ruolo di Ruberti è centrale: nonostante non sia stato lui ad utilizzare l’attrezzo che ha causato l’incendio, come datore di lavoro avrebbe avuto l’obbligo di formare e redarguire adeguatamente il personale sui rischi. La mancanza di un estintore ha peggiorato la situazione, portando alla distruzione del sottotetto e al disagio di numerose persone coinvolte nell’incidente.

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