Un imprenditore della provincia di Varese è stato arrestato e sottoposto ai domiciliari per bancarotta fraudolenta aggravata, occultamento della documentazione contabile e autoriciclaggio. L’arresto è stato eseguito dai militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Taranto, in seguito all’ordinanza emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale su richiesta della Procura della Repubblica jonica.
Il provvedimento cautelare include anche il divieto temporaneo di esercitare l’attività di impresa per 12 mesi. Questo arresto è il risultato di un’attività investigativa che ha avuto inizio dopo il fallimento, nel 2022, di una società a responsabilità limitata amministrata dall’imprenditore varesino. Questa società operava nel settore della fabbricazione di macchine ed apparecchi per le industrie chimiche, petrolchimiche e petrolifere, con sede legale trasferita da Tradate al capoluogo jonico.
Durante le indagini sono emersi diversi indizi che ipotizzavano la distrazione fraudolenta dell’intero patrimonio aziendale dell’impresa fallita, del valore di circa 1 milione di euro, a favore di due società con sede in provincia di Varese, gestite dallo stesso imprenditore. Queste società avrebbero beneficiato illegalmente delle risorse finanziarie, del patrimonio aziendale e delle maestranze dell’azienda fallita, che era gravata dai debiti e non poteva più operare.
In base agli elementi raccolti, l’Autorità Giudiziaria ha disposto il sequestro dell’azienda e delle quote sociali di una delle imprese beneficiarie del patrimonio della società fallita, nonché di un immobile del valore di circa 400 mila euro. La società sequestrata è stata affidata a un amministratore giudiziario nominato dal Tribunale di Taranto.