Domenica scorsa a Milano si è tenuta una manifestazione di alcuni cittadini bengalesi per protestare contro il massacro degli studenti in Bangladesh. L’iniziativa è stata promossa da Babar, un cittadino di Meda originario del Bangladesh, che ha raccontato la drammatica situazione che sta vivendo il suo Paese negli ultimi giorni. I violenti scontri hanno portato a un blocco totale delle comunicazioni, impedendo a Babar di mettersi in contatto con la sua famiglia in Bangladesh.

La richiesta degli studenti è quella di riformare le quote nelle assunzioni del settore pubblico, attualmente sbilanciate a favore di determinati gruppi anziché basate sul merito. Inizialmente il movimento era pacifico, ma la situazione è degenerata quando il Primo Ministro ha insultato gli studenti manifestanti. La polizia ha iniziato a sparare sugli studenti disarmati, scatenando la rabbia delle persone in strada.

I manifestanti chiedono giustizia per le vittime e per coloro che hanno causato gli incidenti. Vogliono che i militari del Bangladesh, impegnati in missioni di pace nel mondo, lavorino per la pace nel loro Paese. Chiedono inoltre pressioni da parte dei governi amici e delle Nazioni Unite per risolvere il problema senza ulteriori vittime.

La situazione in Bangladesh è critica e i cittadini bengalesi residenti a Meda e a Milano non possono restare indifferenti. La solidarietà e la protesta sono necessarie per fermare il massacro degli studenti e per ottenere giustizia per le vittime.

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