Lo stabile di via Bassi alla periferia nord di Milano è finito nella bufera per una serie di controversie legate agli inquilini e alla gestione del patrimonio immobiliare. Tra striscioni di protesta e diario delle battaglie del Pio Albergo Trivulzio, i residenti si sono mobilitati per difendere i propri diritti e chiedere maggiore tutela.

I sindacati degli inquilini hanno convocato una riunione con il commissario del Pat Francesco Paolo Tronca per bloccare gli sfratti, rinnovare gli accordi sugli alloggi a canone concordato e evitare la cessione del patrimonio immobiliare a un fondo gestito da Invimit. La situazione degli inquilini è variegata, con una parte di fragili che necessita di tutela e una nobiltà che può permettersi canoni più alti.

La situazione si è complicata nel corso degli anni, con la presenza di inquilini storici e nuove società che gestiscono alloggi per studenti e lavoratori. La terra di mezzo è composta da persone che rischiano di non trovare una nuova sistemazione abitativa a causa degli aumenti dei canoni e degli sfratti.

La situazione è diventata una sorta di “riserva indiana” per i redditi medi, con una metà degli inquilini che abita a canone concordato e l’altra metà a canone libero. La gestione delle aste per l’assegnazione degli alloggi ha portato a situazioni ingiuste, con poche persone abbienti che hanno tratto vantaggio dal sistema a discapito dei lavoratori.

La consigliera regionale del Pd, Carmela Rozza, ha sottolineato l’importanza di aprire una trattativa con il Pat per trovare una soluzione equa per tutti gli inquilini. La situazione rimane complicata, ma la mobilitazione degli inquilini e dei sindacati potrebbe portare a un cambiamento positivo per la comunità.

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