Paderno Dugnano (Milano), 1 settembre 2024 – “Abito nella via parallela e mi sono catapultato per capire cosa fosse accaduto. Una famiglia normale? No. Una bella famiglia. Erano proprio una bella famiglia”. Verso le 14 il piccolo giardino di via Anzio si riempie. Arrivano anche gli amici del 17enne che ha confessato l’omicidio dei genitori e del fratello. “Venite, ho ucciso papà”, tra tragica telefonata al 112. “Non vogliamo parlare, preferiamo non dire nulla”, dicono gli amici, arrivati in bicicletta o dalle villette limitrofe a piedi, con la maglia sulle spalle. Arrivano anche tanti curiosi e chi li conosceva di vista.
“Andava a scuola con mia figlia, elementari e medie, abbiamo fatto le vacanze insieme, il papà lo ho visto un mese fa l’ultima volta. Abbiamo passato bei giorni insieme in passato, era una famiglia fantastica, felice. È impossibile, non so cosa possa essere successo”. Sono le parole commosse di Andrea, papà di una ex compagna di classe del 17enne indagato per aver ucciso il padre a Paderno Dugnano, per sua ammissione dopo aver scoperto – secondo la sua versione – che l’uomo, 51 anni, aveva appena ucciso la sua mamma e il suo fratellino di 12 anni, la notte scorsa nella loro villetta.
“Era la classica famiglia borghese. Questo complesso residenziale l’ha costruito tutto lui”. Costruttore edile, Fabio era il titolare della ditta Vmf Costruzioni tecnologia edilizia. Una piccola impresa con la sede in via Toti e due dipendenti all’attivo: poco più di 350mila di fatturato e un giro di lavori che andava dalla ristrutturazione e costruzione di palazzi alla posa dei pannelli solari.
Le vittime sono papà Fabio, mamma Daniela e il piccolo Lorenzo. I vicini li descrivono come “una bella famiglia, borghese e benestante”. Nel quartiere di Incirano era una famiglia nota. “Accanto a loro vivevano i genitori di lui. Nessuno avrebbe mai potuto immaginare che una tragedia simile sarebbe nata all’interno di quella casa”.
Ai carabinieri il 17enne ha inizialmente spiegato di essere entrato nella camera del fratello di 12 anni e di aver visto il padre su una sedia con il coltello accanto: i corpi del fratellino nel letto e della madre a terra. A quel punto avrebbe preso la lama e pugnalato a morte il genitore. La madre, Daniela Albano, classe 1975, dava una mano nell’attività di famiglia, avviata quasi 20 anni fa ma aveva anche un negozio di intimo a Cinisello Balsamo.
“Questa è una zona residenziale. Prima qui era tutta campagna, era una territorio agricolo. Poi fu trasformato in rione di qualità – spiega un altro residente, arrivato in bicicletta -. Anche io lavoro in una ditta edile. Questa mattina mi ha chiamato il mio titolare, che abita a Limbiate, per chiedermi cosa fosse accaduto. Allora sono venuto qui. Poco tempo fa avevo anche pensato di acquistare la casa davanti alla loro, che era in vendita, ma per me era troppo costosa. Questa è una zona benestante”.
Complesso di villette davanti alla scuola dell’infanzia, la famiglia viveva in fondo a una via privata. Chi arriva deve fare il giro largo. “Devo andare a casa mia, come faccio?”, chiede una signora al carabiniere davanti al nastro rosso e bianco. Solo chi abita nella via che costeggia il giardino può tirare dritto e lo fa senza neanche abbassare il finestrino. Chi è a piedi è “scortato” al suo ingresso.
C’è anche chi, tra una portata e l’altra del pranzo, esce sul balcone per filmare il movimento davanti a casa, dove il parchetto si è riempito di troupe televisive e giornalisti. “I ragazzi facevano sport. Erano dei classici adolescenti”, ripetono tutti. Fin da stamattina anche l’amministrazione ha cercato di collaborare con le forze dell’ordine e la due procure coinvolte, quella di Monza e quella dei minori di Milano. “Non è un nucleo conosciuto ai servizi sociali. Questa mattina ci siamo svegliati con una tragedia. Un evento inaspettato e inspiegabile – ha commentato la sindaca Anna Varisco -. Siamo tutti profondamente colpiti e addolorati. Esprimiamo la nostra vicinanza ai familiari e conoscenti”.