Il legame pericoloso tra mondo ultras e criminalità continua a destare preoccupazione, come dimostra il recente omicidio a Cernusco sul Naviglio. Don Luigi Ciotti, da sempre in prima linea contro le fenomeni criminali, ha denunciato più volte questa pericolosa connessione. Le mafie inseguono il denaro e il calcio ne genera tanto, un connubio che non fa che alimentare il problema. Le curve pericolose sono spesso legate alla criminalità organizzata, con leader che hanno stretti legami con la malavita. Il caso di Andrea Beretta, capo storico della curva Nord, è solo l’ultimo esempio di questa pericolosa alleanza.

Gli affari illeciti che ruotano attorno a San Siro sono molteplici: dal bagarinaggio alla vendita di merchandising contraffatto, fino alla gestione dei parcheggi. Le indagini sono in corso, ma è evidente che la connessione tra criminalità e tifo calcistico è ben radicata. Non tutti i capi ultras sono santi, come dimostrano i casi di condanne e arresti per estorsione e traffico di droga. La soluzione a questo problema sembra essere complicata, ma è necessario agire con determinazione. Condanne e Daspo potrebbero non essere sufficienti contro certi individui, che dovrebbero essere impediti di continuare a gestire i gruppi ultras. Solo così si potrà garantire la sicurezza e la serenità dei tifosi di calcio, che meritano di vivere la propria passione senza essere coinvolti in dinamiche pericolose.

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