Milano, novembre 1257, un omicidio brutale ha scosso la città, portandola sull’orlo del caos. Benno de Gozzadini, un uomo di potere misterioso, è diventato il centro di una spirale di vendette e intrighi che avrebbero segnato la storia di Milano per decenni.
Nato a Bologna all’inizio del XIII secolo, Benno proveniva da una famiglia influente e aveva intrapreso una carriera giuridica nella sua città natale. La sua reputazione crebbe fino a quando, nel 1254, fu chiamato a Milano per riformare il sistema fiscale della città. Tuttavia, il suo operato non fu ben accolto da tutti, soprattutto dai popolani che lo vedevano come un oppressore.
Nel 1257, Benno raggiunse l’apice del potere quando fu nominato podestà di Milano. La sua visione modernizzatrice lo portò a progettare opere per migliorare la navigabilità del Naviglio Grande e a introdurre tasse sui terreni nobiliari e ecclesiastici per finanziare i lavori. Queste politiche scatenarono tensioni tra nobili e popolani, culminando in un’insurrezione che portò alla fuga degli aristocratici e dell’arcivescovo dalla città.
Le tensioni politiche e sociali aumentarono quando Benno si scontrò con il clero e i nobili, che orchestrarono una campagna diffamatoria contro di lui. Accusato di concussione, fu condannato e, infine, assassinato brutalmente nelle acque del Naviglio. La sua morte scatenò una serie di vendette tra Milano e Bologna che durarono per decenni, fino a quando un nuovo podestà bolognese mise fine alla spirale di violenza nel 1298.
La figura di Benno de Gozzadini rimane un simbolo delle lotte intestine che caratterizzavano le città-stato italiane nel Medioevo, e la sua tragica fine è stata ricordata come un episodio significativo nella storia di Milano.