Il territorio di Varese e del Varesotto nasconde molte storie, aneddoti e leggende interessanti, che ci permettono di scoprire meglio la nostra terra. Oggi vi raccontiamo una leggenda proveniente dalla Valganna.
La leggenda della “Cosa della Valvassera” ha origine in una profonda gola chiamata Val Castellera, situata in Valganna. Questa gola porta al monte brullo, disseminato di roccioni di porfido, e alla Martica. Lungo un sentiero sul versante destro della gola si trovano le rovine della miniera di galena argentifera Valvassera (MI.RI.VA), abbandonata negli anni ’60. Tuttavia, verso la fine del sentiero si trova un’unica galleria percorribile, dalla quale si dipartono pozzi e gallerie che portavano ai vari livelli d’estrazione.
La storia della miniera risale all’Impero Romano e forse anche al periodo Celtico, quando si estraeva piombo ed argento. La galleria visitabile oggi è conosciuta per essere infestata da una presenza inquietante chiamata la “Cosa della Valvassera”. Numerosi curiosi e speleologi hanno avvertito questa presenza, descritta come una forma fluida e luminescente che appare nelle ore del crepuscolo e avvolge il visitatore in una nebbia miasmatica.
La testimonianza di un appassionato di minerali rivelò che questa presenza si manifesta in un punto preciso della galleria, provocando sensazioni di asfissia e panico nei malcapitati. Non è stato possibile determinare con precisione i giorni in cui la “Cosa” si manifesta, ma si ipotizza che possa essere “chiamata” dalla predisposizione mentale dell’escursionista.
Questa leggenda, priva di una spiegazione storica o mitologica, continua a suscitare fascino e mistero tra coloro che esplorano la Valganna e le sue antiche miniere. La “Cosa della Valvassera” rimane un enigma da scoprire e da raccontare nelle fredde notti d’inverno, quando la nebbia avvolge i monti e le valli di Varese.