Una prigione senza recinzioni o muri, solo campi da coltivare e stalle per accogliere gli animali: è questa l’idea che sta tornando di attualità grazie al senatore Luigi Peruzzotti, già consulente del ministero dell’Interno. Si tratta di un progetto che ha radici nel territorio di Lonate Pozzolo, precisamente nell’ex casa circondariale Bellaria, costruita negli anni Cinquanta per risolvere il problema del sovraffollamento del carcere di San Vittore.
La prigione Bellaria era un luogo di lavoro per i detenuti, che coltivavano la terra e allevavano animali, vivendo in strutture da loro stessi costruite. Non c’erano recinzioni o filo spinato, ma l’unico ostacolo alla fuga era di natura psicologica: il rischio di ritornare in carcere in caso di evasione. Un progetto che potrebbe essere ripreso e aggiornato, secondo il senatore Peruzzotti.
L’idea di creare una prigione in campagna potrebbe essere la soluzione per i detenuti con pene minori e privi di pericolosità sociale, così come per le detenute con bambini piccoli. Peruzzotti suggerisce di valutare attentamente la fattibilità di questa proposta e di discuterne nelle sedi opportune, senza preclusioni preconcette.
In un momento in cui la situazione carceraria è sempre più drammatica, ripensare a un modello come quello della prigione Bellaria potrebbe essere una soluzione interessante e innovativa. Resta da vedere se questa idea verrà effettivamente presa in considerazione e se potrà essere realizzata con successo.