Il sindacalista della Cisl accusato di violenza sessuale nei confronti di un’hostess a Malpensa è stato assolto anche in secondo grado. La Corte d’Appello di Milano ha diffuso le motivazioni della sentenza, sottolineando che mancavano i requisiti di violenza, minaccia o abuso di autorità per configurare il reato di violenza sessuale. I giudici hanno chiarito che l’imputato non ha esercitato alcuna forma di violenza, nonostante i toccamenti repentini, e che la donna avrebbe avuto il tempo di reagire o di allontanarsi.
La Procura generale di Milano aveva chiesto di condannare il sindacalista in appello, ma la difesa ha sottolineato che non c’era stata una reazione immediata da parte della presunta vittima e che l’imputato si era fermato quando aveva espresso il suo diniego. Ora si apre la possibilità di un ricorso in Cassazione da parte della Procura.
La sentenza aveva fatto discutere già in primo grado e anche dopo il verdetto d’appello è stata criticata dall’Associazione Differenza Donna come un passo indietro di 30 anni. I giudici hanno ribadito la infondatezza di interpretazioni che cercano di arricchire il catalogo delle condotte sessualmente violente. La donna non avrebbe provato timore a causa della corporatura dell’imputato, che è stata descritta come assolutamente normale.
In conclusione, il sindacalista accusato di violenza sessuale a Malpensa è stato assolto anche in Appello, ma la questione potrebbe essere portata avanti in Cassazione dalla Procura generale di Milano.