La situazione critica dei contagi di “blutongue” tra ovini e bovini in Lombardia
Il Dirigente del Dipartimento veterinario direzione Welfare di Regione Lombardia, Marco Farioli, ha dichiarato che non c’è un’epidemia in corso, ma una situazione critica che viene monitorata attentamente attraverso un piano straordinario di sorveglianza. La malattia si è diffusa rapidamente da un focolaio a Bergamo e uno a Lecco, coinvolgendo anche altre province come Como, Varese e Pavia.
La “blutongue” non è una malattia trasmissibile all’uomo e colpisce i ruminanti, trasmettendosi attraverso insetti vettori ematofagi. Tutte le specie di ruminanti, domestiche e selvatiche, sono sensibili alla malattia, ma non tutte si ammalano. Negli ovini la malattia si manifesta in modo più grave, causando anche mortalità, mentre nei bovini e nelle capre l’infezione di solito è subclinica, senza sintomi evidenti.
Il ciclo biologico della “blutongue” prevede la trasmissione da un animale all’altro attraverso la puntura dei moscerini, che si riproducono in habitat specifici come ambienti fangosi e campi irrigati. Sono state collocate trappole sul territorio per monitorare la presenza di insetti infetti, ma al momento i test nel territorio varesino hanno dato esito negativo.
I sintomi della malattia sono gravi nei ovini, con febbre, scolo nasale, edema della testa e congestione delle mucose della bocca. La prevenzione avviene attraverso i vaccini, che non sono ancora disponibili ma arriveranno nella prossima primavera.
Nella provincia di Varese è stata identificata un’area a rischio con epicentro a Cadegliano Viconago, dove gli animali non possono uscire senza un’indagine sul loro stato di salute. Gli allevatori non possono muoversi liberamente al di fuori dell’area a rischio. Al momento non c’è un allarme come per la peste suina e non è previsto l’abbattimento dei capi, ma l’attività di monitoraggio è finalizzata a contenere i focolai e gli eventuali effetti negativi sul settore zootecnico.