Michele Caglioni, un giovane di 20 anni di Cassano Magnago, si trova attualmente in carcere con l’accusa di omicidio volontario in concorso per la morte di Andrea Bossi, avvenuta il 26 gennaio a Cairate. In una lettera inviata in esclusiva alla trasmissione “Vita in diretta” su Rai 1, Caglioni ha fatto un appello ai cairatesi affinché lo aiutino a trovare l’arma del delitto, sostenendo la sua innocenza.

Il giovane ha dichiarato di non conoscere Bossi e di essere stato coinvolto nella vicenda solo perché aveva accompagnato un amico, Douglas Carolo, a Cairate quella sera. Dopo l’arresto, Caglioni ha collaborato con le forze dell’ordine consentendo di ritrovare alcuni oggetti che erano spariti dall’appartamento della vittima.

Durante l’interrogatorio in carcere, Caglioni ha confermato di aver aiutato Carolo a spogliare Bossi dei monili e a recuperare altri oggetti di valore. Ha inoltre spiegato di essere rimasto in silenzio per un mese per paura delle minacce ricevute da Carolo.

Il caso continua a suscitare interesse e polemiche, con Carolo che si dichiara innocente e sostiene di essere stato altrove quella sera. L’11 aprile sarà il suo turno di essere interrogato dal pubblico ministero.

La vicenda si sta rivelando sempre più complessa e intricata, con molte domande ancora senza risposta. Spetta ora agli inquirenti fare chiarezza e portare alla luce la verità su quanto accaduto quella tragica notte a Cairate.

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