La “mantide della Brianza”, Tiziana Morandi, è stata condannata a 16 anni e 5 mesi di reclusione per avere narcotizzato e derubato nove uomini tra i 27 e gli 84 anni. Il Tribunale di Monza ha emesso le motivazioni della sentenza, evidenziando la lucidità e l’abilità nella menzogna dimostrata dall’imputata. Le vittime sono state agganciate sui social, ingannate con racconti inverosimili e offerte di massaggi nella sua abitazione, dove venivano drogate con bevande corrette con benzodiazepine. Una volta incapaci di difendersi, venivano spogliate e derubate delle loro proprietà.

I giudici hanno respinto l’idea di attenuanti psichiatriche, sottolineando che Tiziana Morandi era pienamente consapevole dei suoi atti e delle loro conseguenze. La sua capacità criminale è stata definita pervasiva e già dimostrata dalle sue molteplici azioni delittuose. Nonostante la difesa abbia presentato ricorso in appello, la condanna è stata confermata e la “mantide della Brianza” dovrà scontare la sua pena in carcere.

Questa incredibile vicenda ha scosso la comunità locale, dimostrando quanto la pervasività del male possa arrivare a influenzare le azioni di una persona. La storia di Tiziana Morandi è un monito per tutti coloro che si lasciano ingannare dalle apparenze e che devono essere sempre vigili di fronte a situazioni sospette.

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