Il libro “Lampi di guerra sul Ticino” di Pier Vittorio Chierico ci porta indietro nel tempo, al tragico settembre del 1944 a Pavia. Le immagini di distruzione e morte, causate dai bombardamenti alleati che volevano distruggere i ponti sul fiume Ticino, sono simili a quelle che possiamo vedere oggi in Ucraina o a Gaza. La popolazione civile è sempre stata la più colpita nei conflitti moderni, rappresentando il 90% delle vittime, di cui un terzo sono bambini sotto i 14 anni.

Il libro non si limita a narrare gli eventi drammatici di ottanta anni fa, ma offre un quadro più ampio della storia di Pavia, dal periodo dell’occupazione tedesca e il ritorno dei fascisti fino al dopoguerra. Si parla anche delle vicende del Siccomario durante la lotta di Liberazione, con partigiani, sfollati e persino carabinieri alla macchia.

Chierico ci porta alla scoperta dei tre ponti bombardati dagli alleati e della loro ricostruzione dopo la guerra, con particolare attenzione al Ponte Coperto, simbolo di Pavia. Le vicende di quei giorni sono ancora vive nella memoria dei pavesi, che si segnano quando passano sul ponte e si ricordano delle 83 vittime del settembre nero.

Con il passare degli anni, il ricordo di quei tragici eventi rischia di sbiadire. Chierico propone l’installazione di una targa commemorativa per non dimenticare il sacrificio di chi ha perso la vita durante quei giorni terribili.

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