La gestione del reddito di cittadinanza: nessun colpevole, solo disorganizzazione
La situazione emersa dall’indagine condotta dai pm contabili e dalla Guardia di Finanza è davvero desolante: per 33 mesi i trasgressori della normativa sul reddito di cittadinanza non sono stati segnalati, ma i dirigenti e gli impiegati non sono stati messi nelle condizioni di farlo. Sono stati stretti tra l’enorme mole di lavoro improvvisamente caduta sulle loro teste, la cronica carenza di personale e la disorganizzazione generale. Alla fine, nessuno pagherà per una gestione così deficitaria.
L’indagine prende spunto da un articolo pubblicato sul Giorno nell’ottobre del 2021, che denunciava condotte omissive da parte dei centri per l’impiego della Lombardia riguardo al controllo dei percettori del reddito di cittadinanza. Il nodo centrale ruota attorno all’articolo 4 del decreto-legge numero 4 del 2019, che prevede che i beneficiari dichiarino la disponibilità al lavoro entro trenta giorni. Gli accertamenti delle Fiamme gialle confermano i sospetti e rivelano che a quasi tre anni dall’istituzione del sussidio, i casi di mancata presentazione alle convocazioni sono stati numerosi, senza che alcuna comunicazione fosse inviata all’Agenzia nazionale politiche attive del lavoro, causando un danno erariale stimato in 4,4 milioni di euro.
I responsabili di Afol, Eurolavoro e dei centri per l’impiego sono finiti nel mirino dell’indagine. Le accuse sono pesanti, ma alla fine solo quattro dirigenti vengono imputati, con accuse di danni che vanno da un minimo di 33.697 euro a un massimo di 567.345 euro, per un totale di 1.107.382 euro. Tuttavia, i giudici hanno assolto i quattro imputati, non ravvisando i presupposti per addebitare loro una responsabilità per colpa grave.
La disorganizzazione e la carenza di personale erano tali da rendere impossibile una gestione corretta del reddito di cittadinanza. I dirigenti e gli impiegati erano impreparati ad affrontare i gravosi compiti legati al Rdc, senza mezzi e strumenti adeguati. La situazione era un vero disastro, ma non si possono individuare colpevoli. Soltanto una serie di problematiche da affrontare, tra cui la mancanza di regole sulle procedure, problemi informatici, e la carenza di personale rispetto agli adempimenti da svolgere.
In conclusione, la gestione del reddito di cittadinanza è stata caratterizzata da una grave disorganizzazione, ma non si possono individuare colpevoli. Soltanto una serie di difficoltà e mancanze che hanno impedito una corretta applicazione della normativa.