Un viaggio nel passato tra i boschi del Monte Martica, in Valganna, ci porta alla scoperta di un angolo di storia dimenticata: la vecchia miniera della Valvassera. Ancora oggi, tra la vegetazione, è possibile trovare tracce di questa attività estrattiva, come la motrice e il vagoncino utilizzati durante l’estrazione dei materiali.

Abbandonati e capovolti accanto agli scarti minerari, questi mezzi si trovano sotto l’ingresso Cesare, uno dei tanti accessi alla miniera ormai chiusi. Nonostante siano parzialmente sepolti, emergono ancora i binari e le tubazioni in cemento utilizzate per l’areazione. La motrice, realizzata in metallo, conserva ancora i cavi elettrici sul cruscotto, il serbatoio del carburante e il motore bicilindrico della ditta “Bianchi”. Il vagoncino, invece, conserva la leva per lo scarico dei materiali minerari.

Questa miniera, che ebbe inizio con i Celti e fu poi ampliata dai Romani, si sviluppò nel corso dei secoli fino a diventare un complesso minerario con gallerie lunghe oltre quattro chilometri. Diverse imprese estrassero argento, piombo e altri materiali fino alla metà degli anni Sessanta.

Fare un salto indietro nel tempo in questo luogo significa immergersi nella storia di un’attività che ha segnato il territorio e che oggi, seppur dimenticata, lascia ancora tracce tangibili della sua esistenza. Un angolo di Valganna che merita di essere riscoperto e preservato per le future generazioni.

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