Un cittadino marocchino di 50 anni è attualmente a processo per circonvenzione di incapace, accusato di aver approfittato della vulnerabilità di un’anziana di 84 anni per sottrarle quasi diecimila euro. Secondo l’accusa, l’uomo avrebbe fatto credere alla pensionata di essere fidanzato con lei e si sarebbe fatto consegnare il denaro per avviare una nuova attività. L’imputato, difeso dall’avvocato Maria Elena Campi, nega le accuse, sostenendo di aver semplicemente chiesto un prestito alla donna, con la quale collaborava come giardiniere e tuttofare.
Nell’udienza del 30 settembre, è stata ascoltata come testimone l’amministratore di sostegno dell’anziana. Questa figura viene nominata per assistere coloro che, a causa di infermità fisiche o psichiche, non possono gestire i propri interessi. L’avvocato Elisa Corsi ha riferito che l’immigrato andava frequentemente a casa dell’84enne per svolgere lavori di giardinaggio e che lei gli elargiva somme di denaro. Le indagini erano state avviate nel 2020 a seguito della denuncia della figlia della pensionata, che aveva evidenziato la vulnerabilità della madre. La donna, considerata “fragile” da una perizia, non era consapevole delle somme di denaro in questione e l’imputato si sarebbe approfittato di questa situazione.
Al centro dell’inchiesta si trova una ”donazione” di circa 8.000 euro. Quando le veniva chiesto conto delle uscite, la donna rispondeva che l’uomo le “faceva pena” e che il denaro era stato dato ”per beneficenza” e “spirito caritatevole”. La testimone ha descritto l’anziana come “sottomessa” all’imputato, tanto che non aveva neppure intenzione di denunciarlo, non costituendosi parte civile nel processo. L’amministratore di sostegno ha inoltre fatto notare che, sebbene l’imputato avesse firmato un riconoscimento di debito per restituire la somma, il pagamento non è mai avvenuto.
Il processo è stato rinviato a marzo 2025, quando si procederà con la discussione e la sentenza.