Un gruppo di imprenditori della Brianza è stato condannato a pene fino a 3 anni e 4 mesi di reclusione e confische fino a 5 milioni di euro per una presunta frode fiscale milionaria che ha coinvolto diverse società del settore del commercio all’ingrosso di metalli. L’indagine condotta dai militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Bergamo ha portato alla luce un sistema articolato di frode fiscale che avrebbe permesso alle società coinvolte di evadere imposte per un importo complessivo di circa 9,4 milioni di euro.

Le società coinvolte avrebbero emesso fatture per operazioni inesistenti, utilizzando anche fatture false autoprodotte con un apposito software. Questo sistema avrebbe consentito loro di ottenere un illecito risparmio d’imposta e di trattenere ingiustamente ingenti somme di denaro. Grazie all’operato della Guardia di Finanza e della Procura di Monza, sono stati sequestrati beni per un valore superiore ai 14 milioni di euro, che sono stati poi destinati alle casse dell’Erario.

Durante l’udienza preliminare davanti alla giudice del Tribunale di Monza, nove imputati sono stati chiamati a rispondere delle accuse a loro carico. Sette di loro hanno scelto il processo con il rito abbreviato, uno ha patteggiato la pena concordata con il pm della Procura di Monza, mentre un ultimo è stato rinviato a giudizio. La sentenza ha portato a pene esemplari e a confische significative, ma soprattutto ha permesso di fare chiarezza su un sistema di frode fiscale che ha danneggiato l’Erario e la collettività.

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