Il cognome e la sua origine non mentono. Ma l’alpinista Francesco Ratti, che può vantare una lontana parentela con il brianzolo Achille Ratti, Papa Pio XI dal 1922 al 1939, non si interessa di religione. E le numerose vie per scalare in alta montagna che ha aperto in Europa e nel mondo non portano al Signore. Al massimo possono in qualche modo avvicinarlo.
Intanto, nel suo costante peregrinare, Francesco Ratti, nato e cresciuto in Brianza e ora residente a Valtournenche in Valle d’Aosta, guida alpina e membro della storica Società Guide del Cervino, è tornato di passaggio nella sua terra d’origine, esattamente nel punto vendita DF Sport Specialist a Bevera di Sirtori, per raccontarsi in una delle serate di “A tu per tu con i grandi dello sport”.
Il protagonista, dal Monte Bianco al Cervino, dalla Patagonia all’Himalaya e al Karakorum, fino alle Torri di Trango in Pakistan, dove insieme a Alessandro Baù e Leo Gheza, ha aperto una via nuova sulla parete est dell’Uli Biaho Spire, le esperienze in montagna di Francesco Ratti sono ognuna un piccolo romanzo.
“Per quanto riguarda le salite e le aperture di vie sulle Alpi ho sempre cercato di trovare qualcosa di nuovo, ma anche di ripetere alcuni grandi classici” spiega l’alpinista brianzolo nel corso dell’appuntamento organizzato da DF Sport Specialist in collaborazione con Camp, azienda lecchese di attrezzature da montagna con più di 100 anni di storia.
La curiosità, la voglia di avventura e di spingere un po’ più in là i propri limiti, hanno guidato Francesco Ratti molto lontano dalla Brianza e dalla Valle d’Aosta dove risiede ormai da più di dieci anni.
“Nel 2015 ho partecipato alla mia prima spedizione in Patagonia, dove poi sono tornato altre due volte – racconta al pubblico del punto vendita DF Sport Specialist a Bevera di Sirtori – ricordo anche la regione dello Sichuan in Cina, dove abbiamo aperto 5 nuove vie su montagne vergini tra i 5mila e i 6mila metri e l’Alaska dove ho salito il monte Denali per ben 2 volte nel giro di 7 giorni”.
La guida alpina di origine brianzola nel 2019 arriva in Nepal per salire, senza l’ausilio di ossigeno supplementare, il Manaslu (8.163mt), il suo primo e fino ad ora unico ottomila. Dopo il Covid-19, l’attenzione di Francesco Ratti si concentra sull’Asia.
Il 2023 ha portato l’alpinista brianzolo di nuovo in Patagonia, questa volta sull’Aguja Mermoz, ma anche in India, nella Miyar Valley, dove ha contribuito ad aprire “Wind of Silence” sulla Neverseen Tower e tracciato “Super Thuraya” sul pilastro Sud-ovest del Mont Maudit.
“Aprire una nuova via è per un alpinista una delle massime aspirazioni perché significa lasciare una propria traccia, fare qualcosa di nuovo” ammette Ratti. Che in questo inizio di ottobre 2024 è già pronto per una nuova avventura. Sta partendo ancora una volta per il Nepal. C’è da giurare che sarà un’esperienza ancora una volta indimenticabile.