La presenza di senza casa, emarginati e “barboni” è sempre stata una realtà, ma negli ultimi anni sembra che il fenomeno stia aumentando in modo significativo. Non si tratta solo di persone provenienti da altri Paesi, ma anche di italiani che si trovano senza una casa e senza un lavoro. Questa situazione coinvolge sempre più persone, creando un problema sociale che va affrontato con urgenza.

Don Davide Rota, responsabile del Patronato San Vincenzo, ha dedicato più di dieci anni della sua vita a coloro che si trovano per strada e attualmente ospita più di trecento persone presso la struttura in via Gavazzeni. Secondo lui, il problema sta peggiorando e non riesce a quantificare esattamente il numero di persone coinvolte, ma nota un netto deterioramento della situazione. Come fare fronte a questa emergenza continua?

La situazione sta peggiorando senza dubbio, con circa seicento persone a Bergamo che vivono senza una casa e senza un lavoro. Don Davide ospita circa 330 di loro, mentre altri trovano rifugio presso il dormitorio del Galgario, la Bonomelli, la Malpensata e altri luoghi. Tuttavia, molte persone rimangono per le strade, alla stazione, nei vagoni ferroviari o in tende sparse per la città e la periferia.

Fabio Bellini, bergamasco di 48 anni, è morto la scorsa settimana nella sua tenda per un malore, in un praticello di via Niccolò Tommaseo. Era conosciuto dai servizi della Caritas e del Patronato, ma purtroppo la sua vita difficile e le condizioni precarie hanno portato alla sua scomparsa. Don Davide sottolinea che le condizioni degli italiani e degli stranieri senza casa sono molto diverse, con maggiori opportunità per gli italiani di uscire da una situazione difficile.

La situazione richiede una risposta urgente e un impegno concreto per offrire sostegno a chi si trova in difficoltà. È necessario trovare soluzioni concrete per garantire un tetto e un futuro dignitoso a tutte le persone che si trovano in questa situazione. La solidarietà e l’empatia sono fondamentali per affrontare questa emergenza sociale e offrire una speranza a chi si trova in una situazione di estrema vulnerabilità.

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