Il caso di Alessandro Impagnatiello, accusato dell’omicidio brutale della compagna Giulia Tramontano e del bambino che portava in grembo, ha scosso l’opinione pubblica. La richiesta di condanna all’ergastolo e all’isolamento diurno per 18 mesi è stata formulata dalla procuratrice Letizia Mannella davanti alla corte d’Assise di Milano. Secondo la pm Alessia Menegazzo, Impagnatiello ha agito con crudeltà e premeditazione, eliminando Giulia e il bambino considerandoli un ostacolo alla sua realizzazione personale.
L’omicidio, avvenuto il 27 maggio del 2023, ha sconvolto tutti per la sua violenza e per la mancanza di empatia dimostrata dall’imputato. Le indagini hanno rivelato un piano studiato nei minimi dettagli da Impagnatiello, che ha cercato inizialmente di uccidere la compagna con il veleno per topi e successivamente ha optato per l’allontanamento volontario. La sua natura manipolatrice e narcisista è emersa chiaramente durante il processo, dove ha continuato a tessere bugie per tentare di salvare se stesso.
La famiglia Tramontano, rappresentata dall’avvocato Giovanni Cacciapuoti, ha chiesto una condanna severa per l’assassino di Giulia e del piccolo Thiago. Le parole pronunciate davanti ai genitori di Giulia e ai suoi fratelli sono state toccanti e hanno sottolineato la gravità dell’atto compiuto da Impagnatiello. La difesa ha tentato di sgretolare le accuse, ma le prove contro di lui sono state considerate certe e incontrovertibili.
Il processo ha evidenziato la banalità del male presente in un uomo normale, capace di compiere gesti così efferati senza mostrare alcun segno di rimorso. La richiesta di condanna all’ergastolo è stata condivisa anche dalla famiglia della vittima, che ha chiesto giustizia per Giulia e il piccolo Thiago. La sentenza è attesa per il 25 novembre, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.