Degna di nota è una eccezionale pista prodotta da un invertebrato terrestre (Diplichnites-Dendroidichnites), con tracce molto ben conservate delle zampe, che segue un percorso lungo e tortuoso su una superficie di 120 x 60 cm. Queste tracce sono molto simili a quelle degli artropodi viventi dotati di numerose paia di zampe, come i centopiedi. Foto di Elio Della Ferrera, © Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle province di Como, Lecco, Monza-Brianza, Pavia, Sondrio e Varese.

Un tesoro fossile nascosto nelle Alpi Orobie Valtellinesi è stato finalmente portato alla luce grazie al cambiamento climatico che ha ridotto la copertura nivo-glaciale. Questo eccezionale ritrovamento, che risale a 280 milioni di anni fa, ha portato alla scoperta di tracce di vita e di natura preistorica che hanno stupito i ricercatori.

Le prime tracce fossili sono state scoperte da Claudia Steffensen, una escursionista di Lovero, che ha segnalato il ritrovamento a Elio Della Ferrera, fotografo naturalista residente a Chiuro. Grazie alla collaborazione di esperti paleontologi, sono state mappate e fotografate centinaia di tracce fossili sulle pareti verticali delle vette alpine, rivelando la presenza di orme di tetrapodi e invertebrati di dimensioni notevoli.

Questo straordinario sito fossilifero offre dettagli impressionanti sulla vita preistorica, grazie alla conservazione di impronte di animali e vegetali che risalgono al Permiano. Le tracce fossilizzate raccontano di antichi fiumi e laghi che si prosciugavano periodicamente, creando un ambiente ideale per la formazione di queste testimonianze del passato.

Il salvataggio dei primi fossili è avvenuto grazie alla collaborazione di Edison ed Elitellina, ma sono necessari ulteriori interventi per preservare e valorizzare questo straordinario patrimonio paleontologico. Il Parco delle Orobie Valtellinesi si è già attivato per sostenere l’attività di ricerca e garantire la conservazione di questo prezioso geosito.

Queste scoperte non solo hanno un grande valore scientifico, ma offrono anche importanti spunti di riflessione sul passato geologico e sulle conseguenze del riscaldamento globale. Il Museo di Storia Naturale di Milano e altre istituzioni sono interessate a promuovere e valorizzare queste scoperte, offrendo uno spazio espositivo dedicato ai siti paleontologici lombardi.

Il sogno di Elio Della Ferrera è quello di esporre alcuni campioni rappresentativi di questo straordinario ritrovamento nei musei regionali, per far conoscere al pubblico la ricchezza e la bellezza di questo antico e affascinante ecosistema fossilizzato.

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