I petroglifi del Pizzo Tresero: una scoperta straordinaria in Valfurva
I recenti ritrovamenti dei petroglifi del Pizzo Tresero, situati nella meravigliosa Valfurva all’interno del Parco Nazionale dello Stelvio, rappresentano una scoperta eccezionale che arricchisce ulteriormente il patrimonio archeologico della Lombardia.
La segnalazione alla Soprintendenza, avvenuta nell’estate del 2017 da parte di un escursionista comasco, ha permesso di individuare delle incisioni su una roccia ai piedi del ghiacciaio del Pizzo Tresero, a un’altitudine di 3.000 metri. Questi reperti, datati alla media età del bronzo, tra 3.200 e 3.600 anni fa, hanno un grande valore scientifico, essendo graffiti unici rinvenuti a un’altitudine senza precedenti in Europa, e testimoniano la presenza millenaria dell’uomo nelle terre di montagna.
Posizionati sopra il passo del Gavia, i petroglifi sono strettamente legati ai siti rupestri valtellinesi e camuni, i primi ad essere stati riconosciuti nel 1979 dall’Unesco come patrimonio dell’umanità. Le incisioni si concentrano su rocce levigate dall’azione dei ghiacciai, ai piedi di Punta Segnale, e sembrano essere state realizzate da mani diverse e in periodi diversi.
L’erosione causata dall’avanzata del ghiacciaio a partire da 3.000 anni fa è ancora visibile sulle rocce, inclusi i segni che mostrano striature e sono parzialmente cancellati. Questo fa supporre che in passato le incisioni fossero più numerose e siano sparite in parte a causa dell’espansione glaciale, che ha risparmiato solo quelle poste più al riparo.
Le indagini archeologiche condotte negli ultimi anni alla malga dell’Alpe, alla grotta Cameraccia e al lago nero, confermano che queste zone, oltre 10.000 anni fa, erano percorse da cacciatori mesolitici che hanno lasciato tracce di bivacchi e postazioni per la caccia.
In conclusione, i petroglifi del Pizzo Tresero rappresentano un tesoro archeologico di inestimabile valore che ci permette di scoprire e apprezzare la millenaria storia dell’uomo sulle montagne lombarde.