Il caso di Carlo Mosca, l’ex primario del pronto soccorso dell’ospedale di Montichiari, è finalmente chiuso con la sua assoluzione definitiva lo scorso 27 febbraio. Dopo aver trascorso 522 giorni agli arresti domiciliari, Mosca è finalmente tornato libero e ha deciso di chiedere un risarcimento per l’ingiusta detenzione subita.
Le accuse di omicidio volontario plurimo per aver iniettato farmaci letali a tre pazienti malati di Covid sono state respinte dalla difesa, che ha dimostrato che i pazienti sono deceduti per cause naturali legate alla malattia e alle loro condizioni pregresse.
La procura generale ha accettato la richiesta di risarcimento di Mosca, che ora si trova in attesa della decisione dei giudici. La Corte d’Assise ha sottolineato l’enorme sofferenza subita dall’imputato durante la sua detenzione ingiusta, che ha avuto gravi ripercussioni sulla sua vita personale e professionale.
Ora, Mosca, che attualmente lavora al 118 degli Spedali Civili di Brescia, spera che il verdetto assolutorio possa porre almeno in parte rimedio alla situazione vissuta.

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