Un agente del comando di polizia locale di Busto Arsizio è stato assolto con la vecchia formula dell’insufficienza di prove, dopo essere stato accusato di falso, simulazione di reato, truffa ai danni di un ente pubblico e interruzione di pubblico servizio. La decisione è stata presa in primo grado, nonostante l’accusa avesse chiesto una condanna a due anni per aver simulato un’aggressione mai subita.

Il Comune di Busto Arsizio si era costituito parte civile nel processo, chiedendo un risarcimento di 11mila euro per danni patrimoniali e d’immagine. Tuttavia, il giudice del tribunale di Busto Arsizio ha deciso di assolvere l’imputato, che si è sempre dichiarato innocente. Durante il processo, l’agente ha testimoniato di essere stato spinto da dietro e buttato a terra, ma di non sapere da chi.

Gli accertamenti della polizia locale non avevano trovato alcuna traccia dell’aggressione segnalata, e i filmati delle videocamere della zona non confermavano la versione dell’agente. Secondo l’accusa, i gesti compiuti dall’imputato erano considerati atti autolesionistici. Tuttavia, il giudice ha deciso di assolvere l’agente, e le motivazioni della decisione saranno depositate entro 15 giorni.

Non è escluso che la sentenza possa essere impugnata in secondo grado, ma per ora l’agente è stato assolto dalle accuse.

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