Una donna senzatetto di origine ucraina è stata rintracciata dai carabinieri dopo aver rubato alcuni generi alimentari e prodotti di prima necessità dall’Iperal di Barlassina. Nonostante il furto di quattro pezzi di parmigiano, tre di soppressa veneta, una confezione di bastoncini di cotone e una di detersivo liquido per un totale di 15 euro, i militari hanno notato che la donna appariva debole e malnutrita. Hanno addirittura comprato il pane per lei, dimostrando di essere a conoscenza delle sue gravi difficoltà economiche.

Dopo cinque anni di vicenda giudiziaria, la Cassazione ha deciso di annullare la sentenza precedente e chiedere ai giudici di riconsiderare il caso. La Suprema Corte ha sottolineato che il reato può essere riconfigurato in “furto lieve per bisogno” quando la cosa sottratta è di tenue valore e destinata a soddisfare un grave e urgente bisogno. Nel caso della donna senzatetto, il grave stato di malnutrizione e debolezza è stato considerato come una situazione di indilazionabile bisogno.

La Corte d’Appello di Milano aveva sostenuto che la donna avrebbe potuto rivolgersi ad enti di sussistenza, ma la Cassazione ha ribadito che, in presenza di una situazione di estrema necessità, il furto lieve per bisogno può essere considerato come un atto di sopravvivenza. La donna, quindi, potrebbe essere giudicata in modo diverso, tenendo conto delle sue condizioni di vita precarie.

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