Il Municipio di Lonate Pozzolo si trova al centro di un caso di corruzione che coinvolge Orietta Liccati, già implicata nell’inchiesta che ha portato all’arresto dell’ex sindaco Danilo Rivolta nel 2017. Oggi, lunedì 10 giugno, il sostituto procuratore generale della Corte d’Appello di Milano ha richiesto una riduzione della pena inflitta in primo grado con rito “abbreviato” dal Gup del Tribunale di Busto Arsizio.

Nel 2021 Liccati era stata condannata a 3 anni di reclusione. Oggi il sostituto procuratore milanese, pur sostenendo il rigetto dell’Appello, ha proposto una pena di 2 anni e 8 mesi, applicando la massima estensione delle attenuanti generiche per l’imputata, come sottolineato dal suo avvocato Carlo Alberto Cova.

Secondo l’accusa, nel 2017 gli indagati facevano parte di un vasto sistema corruttivo, con Danilo Rivolta in cima alla gerarchia in quanto sindaco. Questo sistema avrebbe anche favorito l’attività del fratello dell’ex sindaco, Fulvio Rivolta, titolare dello studio Proget, anch’egli indagato nel 2017. Tuttavia, la posizione di Liccati sembra essere molto sfumata, tanto che il sostituto procuratore ha chiesto una riduzione del valore dei sequestri da 13mila a 3.100 euro, che sarebbero la presunta tangente che Liccati avrebbe ricevuto. La difesa, che ha chiesto l’assoluzione, sostiene che quel denaro rappresenti un legittimo compenso per un lavoro effettivamente svolto, come attestato da diversi testimoni.

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