L’arresto di El Mandhi Tbitbi a Milano per reati di terrorismo ha scosso l’opinione pubblica italiana. Il giovane marocchino, ben integrato nella società italiana, ha improvvisamente virato verso l’integralismo islamico, diventando ostile verso gli usi e costumi occidentali e dichiarandosi pronto a combattere per la causa islamica.

Le indagini della Polizia di Stato di Milano hanno portato alla luce il percorso di radicalizzazione di Tbitbi, che attraverso i social media diffondeva contenuti estremisti e minacciava atti di violenza contro chi si allontanava dalla strada di Allah. Nonostante fosse stato accolto e impiegato come mediatore culturale presso alcune comunità di accoglienza per stranieri, il giovane ha cambiato atteggiamento e si è dichiarato un combattente per la causa di Dio.

Le autorità hanno rilevato che Tbitbi pubblicava video sul maneggio delle armi da fuoco e inviava messaggi radicali a personalità istituzionali occidentali e arabe colpevoli, secondo lui, di sostenere lo Stato di Israele. Il giovane marocchino ha espresso la volontà di morire come martire e ha preso contatti con un connazionale già espulso per motivi di sicurezza dall’Italia.

Il Giudice per le Indagini Preliminari di Milano ha riconosciuto il pericoloso percorso di radicalizzazione di Tbitbi e ha sottolineato il rischio che possa influenzare giovani vulnerabili con una visione distorta dell’Islam. L’arresto del giovane marocchino rappresenta un importante passo nella lotta al terrorismo e alla radicalizzazione religiosa in Italia.

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