Nei giorni scorsi, ho avuto modo di riflettere sulla figura di Francesco Vanoli e mi sono tornati in mente i racconti che mi faceva riguardo ai cortili di Via Fredda, dove aveva vissuto da giovane. Con il passare degli anni e la consapevolezza di un futuro breve, si torna spesso indietro nel tempo e si ricordano con maggiore chiarezza i momenti passati. Mi raccontava di due grandi cortili affollati di persone, con le abitazioni che si affacciavano su Via Fredda, mentre sul lato opposto si trovavano i fienili e le stalle. Erano le tipiche dimore della civiltà contadina, ancora visibili oggi con due stalle secentesche con il soffitto a volta e le mangiatoie. Queste costruzioni secolari sono state abitate fino agli anni Sessanta del Novecento, conservando ancora tracce del passato.

Un tempo fa, Adriano Azzimonti ci descrisse com’era la Via Fredda ai suoi tempi, partendo dalla chiesa dei SS. Cosma e Damiano e dirigendosi verso l’Asilo Infantile. Ci parlò dell’osteria dei Bush, soprannome di uno dei rami della famiglia Cavaiani, ancora riconoscibili nel paese. Il cortile dei Bush e il cortile del Magrascena, adiacente, erano luoghi ricchi di storia e di vita, con abitanti che hanno lasciato un segno nel tempo.

Ricordiamo con affetto Enrico Brusatori, proprietario dell’officina in via S. Vincenzo dove fabbricavano idranti, e sua moglie Almasio Maria Gaetana, ostetrica di servizio presso il Comune di Turbigo per molti anni. Nella proprietà ‘Franceschini’, adiacente al cortile del Magrascena, vivevano numerose famiglie che hanno contribuito alla storia del luogo. Tra di loro, i Vanoli, tra cui il nostro amico Francesco, recentemente scomparso a 91 anni, che ci ha regalato preziose memorie da conservare nel tempo.

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