Il crollo del ponte di Annone Brianza avvenuto il 28 ottobre 2016 è stato al centro di una lunga vicenda giudiziaria che ha visto coinvolte tre figure chiave: i dirigenti della Provincia di Lecco, Andrea Sesana e Angelo Valsecchi, e il dirigente Anas Giovanni Salvatore.

Dopo la sentenza emessa lo scorso 15 aprile dalla V sezione della Corte d’Appello di Milano, si è appreso che le pene nei confronti dei due dirigenti della Provincia sono state ridotte, mentre Giovanni Salvatore è stato assolto. Il crollo del ponte ha causato la morte di Claudio Bertini e il ferimento di altre sei persone, scatenando una lunga battaglia legale che ha visto i difensori dei tre imputati lottare per ottenere l’assoluzione.

Il Procuratore generale Paola Pirrotta ha riformulato il reato da omicidio stradale a omicidio colposo, chiedendo la condanna a un anno e 6 mesi per tutti e tre gli imputati. Tuttavia, i giudici della V Sezione d’Appello hanno emesso una sentenza diversa, condannando Angelo Valsecchi a un anno e 8 mesi e Andrea Sesana a un anno e 4 mesi, con pena sospesa per quest’ultimo. Giovanni Salvatore, invece, è stato assolto.

I difensori dei tre imputati hanno presentato ricorso in Appello e la discussione si è svolta il 15 aprile. Nonostante la battaglia legale, i giudici della V sezione non hanno accolto l’assoluzione dei dirigenti della Provincia, ma hanno comunque dimezzato le pene. Per quanto riguarda Giovanni Salvatore, l’assoluzione è stata motivata dalla mancanza di chiarezza sulla proprietà effettiva del ponte.

Ora si attende l’ultimo passaggio giudiziario, che probabilmente si terrà davanti alla Suprema Corte. La vicenda del crollo del ponte di Annone Brianza ha portato alla luce importanti questioni legali e ha evidenziato la complessità delle responsabilità legate alla gestione e manutenzione delle infrastrutture.

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