L’aggressione subita dall’allevatore di Tremezzina, in provincia di Como, lo scorso mese di maggio, non è stata causata da un lupo, ma da dei cani. È quanto è emerso dalle analisi effettuate dalla Fondazione Edmund Mach di Trento, su incarico della Regione Lombardia. Dal risultato delle analisi, infatti, è emerso che il dna del campione biologico presumibilmente di lupo, era quello di un cane.

La Polizia Provinciale di Como, inoltre, non ha riscontrato la presenza di carcasse di animali riconducibili alla presenza di lupi, ma ha trovato cani vaganti, segnalati da diversi allevatori della zona.

La Regione Lombardia monitora la presenza del lupo già da anni, attraverso monitoraggi sistematici e raccolta e verifica delle segnalazioni. Inoltre, nell’ambito del progetto Life Wolfalps EU, sono state create squadre di intervento a supporto degli allevatori per informarli sulle modalità più efficaci di prevenzione dei danni.

Dal 2020 sono stati effettuati 116 interventi in campo a supporto delle aziende, 78 interventi di verifica della funzionalità di dotazioni per la prevenzione già in uso e 71 contatti con aziende agricole per fornire informazioni sulle opportunità di finanziamento per la prevenzione. Inoltre, dal 2016 sono stati consegnati anche 90 kit di prevenzione.

L’assessore regionale al Territorio e Sistemi verdi, Gianluca Comazzi, ha dichiarato che la Regione Lombardia è impegnata soprattutto nella prevenzione e che, in seguito a casi di predazione e richieste dal territorio, si sono intensificati i contatti con gli allevatori e i sopralluoghi ad hoc nelle aziende agricole per valutare le esigenze di protezione.

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