Un pensionato ha vissuto un’esperienza difficile al Pronto Soccorso di Busto Arsizio, dove ha dovuto aspettare sette ore per una frattura al piede. Nonostante l’immobilizzazione e le radiografie eseguite, è stato costretto a tornare il giorno successivo per la visita ortopedica. La sua denuncia ha evidenziato le carenze di personale e di organizzazione del servizio sanitario locale, soprattutto durante le ore notturne e nei fine settimana.

L’ospedale ha spiegato che il problema risiede nell’organizzazione dei turni, con un numero ridotto di medici presenti in determinati momenti della giornata. Nonostante la presenza di percorsi rapidi per visite specialistiche, la mancanza di un ortopedico durante la notte è legata alla classificazione del presidio come di “primo livello”. Questo implica che per patologie complesse come traumi gravi o ictus, è previsto il trasferimento dei pazienti presso strutture di “secondo livello”.

La vicenda solleva dubbi sulla gestione delle risorse nei pronto soccorso e sull’importanza di migliorare i tempi d’attesa, soprattutto durante le ore più critiche. È fondamentale garantire un servizio efficiente e tempestivo per tutti i pazienti, indipendentemente dal momento in cui si presentano in ospedale.

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