Durante il processo a Varese per stalking nei confronti suoi e della madre a Marco Manfrinati, Lavinia Limido ha testimoniato contro il suo ex marito, attualmente in carcere per l’omicidio dell’ex suocero e il tentato omicidio della stessa Limido avvenuti in via Menotti.

Lavinia ha descritto Manfrinati come un uomo pericoloso per natura, ricordando le minacce e l’aggressività che ha subito da parte sua. Ha raccontato di aver vissuto con la paura e di aver preso precauzioni, ma che alla fine le sue previsioni si sono avverate con la morte di qualcuno, temendo che potesse essere la sua.

Il legale dell’imputato ha invece sottolineato come Manfrinati sia stato impedito di vedere il figlio per tre mesi senza alcun provvedimento legale contro di lui. Questo ha scatenato la rabbia dell’uomo, che si sentiva escluso dalla vita del bambino. Tuttavia, Lavinia ha ribadito che il motivo per cui le era stato impedito di vedere il figlio era la pericolosità del suo ex marito.

La testimonianza di Lavinia Limido ha portato alla luce la complessità di una relazione segnata dalla violenza e dalla paura, evidenziando la necessità di proteggere le vittime di stalking e di garantire la sicurezza delle donne che si trovano in situazioni simili.

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