Oggi è arrivato il giorno del grande accusatore nel processo che vede coinvolto l’ex sindaco di Ferno, Filippo Gesualdi, per il reato di voto di scambio politico-mafioso. Emanuele De Castro, collaboratore di giustizia della cosca che ha dominato il territorio intorno a Malpensa per decenni, ha testimoniato davanti al Tribunale di Busto Arsizio rispondendo alle domande dell’accusa rappresentata dal pm Alessandra Cerreti.
De Castro ha confermato le accuse nei confronti di Gesualdi, spiegando che i voti dei calabresi controllati dalla cosca nel 2017 sono stati indirizzati verso il candidato della lista civica di centrodestra Progetto Ferno. Secondo il collaboratore, il patto con Gesualdi sarebbe stato stretto attraverso Enzo Misiano e Mario Curcio, braccio destro di De Castro.
Il collaboratore ha raccontato di essere stato contattato da Misiano e Curcio prima delle elezioni per garantire il supporto della cosca a Gesualdi in cambio di favori per la realizzazione di parcheggi e la gestione dei campi da calcio. Dopo le elezioni, De Castro ha dichiarato di non essere riuscito a parlare con Gesualdi e di non averlo mai incontrato a causa della sua condizione di sorvegliato speciale.
Il legale di Gesualdi ha sostenuto che le dichiarazioni di De Castro non aggiungono nulla di nuovo al quadro già emerso, confermando la tesi difensiva che l’accordo non sarebbe mai stato concretizzato. Nella prossima udienza saranno ascoltati i testimoni della difesa, mentre nessuno degli imputati ha scelto di sottoporsi a esame. Gesualdi ha annunciato che renderà dichiarazioni spontanee tramite il suo legale.