Gli Stati Uniti hanno chiesto chiarimenti al Ministero della Giustizia italiano riguardo alle decisioni prese nei confronti di Artem Uss, imprenditore russo figlio del governatore della regione di Krasnoyarsk, evaso dalla sua abitazione alle porte di Milano lo scorso marzo. La Corte d’Appello di Milano ha inviato la documentazione al ministro Carlo Nordio che ha richiesto chiarimenti ai giudici milanesi. La lettera americana porta la data del 29 novembre 2020, mentre la risposta è dello scorso 6 dicembre. La Corte d’Appello di Milano ha deciso di non dover proseguire con il carcere per l’imprenditore russo, in attesa dell’estradizione negli Stati Uniti, poiché radicato in Italia e proprietario di un’abitazione all’interno di un complesso residenziale.
La legge sull’estradizione stabilisce che la Corte d’Appello non può aggravare d’ufficio la misura cautelare applicata se non nel caso di trasgressione, mentre il Ministero della Giustizia può chiedere l’aggravamento in qualsiasi momento. Nella relazione al ministero si ripercorrono tutte le fasi della vicenda, in cui Artem Uss viene arrestato a Malpensa il 17 ottobre su mandato di arresto internazionale. La difesa chiede i domiciliari, in attesa dell’udienza che dovrà decidere sull’estradizione, e gli viene accordato il 25 novembre. I domiciliari procedono senza intoppi fino al 21 marzo, quando arriva il sì all’estradizione negli USA per violazione all’embargo nei confronti del Venezuela e frode bancaria.
Il giorno dopo, il 22 marzo, l’imprenditore russo evase dalla sua abitazione grazie a documenti falsi e ad una rete di persone che gli hanno agevolato la fuga. La vicenda assume sempre più i connotati di una spy story. La risposta del Ministero è pervenuta alla Corte d’Appello di Milano solo il 9 dicembre. Invece sulla decisione dei giudici, né il Ministero, né la procura generale hanno presentato appello al tribunale del Riesame. Non essendo stato avanzata nessuna richiesta di aggravamento da chi era autorizzato a farlo, la Corte d’Appello mai avrebbe potuto sostituire la misura in atto, in assenza di violazione delle prescrizioni.