Un imprenditore edile partenopeo e altri 22 soggetti sono stati indagati per aver truffato lo stato attraverso un indebito accesso al bonus facciata. La Squadra Mobile della Questura di Varese ha scoperto che, nonostante fosse attestato il completamento dei lavori di restauro della facciata esterna degli edifici, in realtà molte volte i cantieri non erano nemmeno stati aperti e non c’era stata nessuna richiesta di SCIA.
Il modus operandi consisteva nel cercare di ottenere un indebito credito di imposta tramite lo sconto in fattura, per poi monetizzarlo anticipatamente attraverso la cessione a istituti bancari in buona fede. Le indagini hanno rivelato che i lavori non venivano effettivamente eseguiti, nonostante fosse attestata la chiusura degli stessi, e che i costi erano spesso gonfiati, con importi richiesti per i lavori che superavano il valore dell’immobile stesso.
Si tratta di una truffa che ha generato ingenti guadagni per i responsabili, che ora rischiano gravi conseguenze legali. È importante che episodi del genere vengano scoperti e puniti, per garantire la correttezza e la trasparenza nel settore edile. La lotta contro le frodi e le truffe deve essere costante e rigorosa, per proteggere il sistema e i cittadini onesti.