L’uomo accusato di aver percepito illegalmente il reddito di cittadinanza mentre lavorava come ambulante nei mercati di Luino e Lavena Ponte Tresa, ha negato le accuse sostenendo di essere stato presente solo come accompagnatore di un parente. In tribunale a Varese, alcuni ex colleghi dell’imputato hanno confermato la sua versione, descrivendo la routine dell’uomo tra le bancarelle. L’accusa, invece, sostiene che l’uomo ha percepito quasi 8mila euro in un anno, senza diritto, usufruendo del reddito di cittadinanza in un periodo in cui non era disoccupato. Gli uomini delle Fiamme Gialle hanno effettuato degli appostamenti al mercato e hanno sentito il venditore lamentarsi per la carenza di affari. L’avvocato dell’imputato ha anticipato la linea difensiva sostenendo che l’uomo aveva ceduto la propria partita Iva ad un parente e che lavorava come suo collaboratore a titolo gratuito secondo i limiti previsti dalla legge. L’imputato avrà modo di chiarire ulteriormente la sua posizione durante il processo.