Il caso delle mascherine: 13 parti civili si costituiscono contro Irene Pivetti

Il processo che vede coinvolta l’ex presidente della Camera Irene Pivetti per il caso delle mascherine non sembra placarsi. Ben 13 parti civili si sono costituite davanti al Gup del Tribunale di Busto Arsizio, in provincia di Varese, per chiedere giustizia in merito alle accuse di frode in forniture pubbliche, bancarotta, appropriazione indebita, riciclaggio e autoriciclaggio legate alla compravendita di mascherine dalla Cina per un valore di 35 milioni di euro.

Le mascherine, dal valore di 10 milioni di euro, sono state giudicate di qualità scadente e praticamente inutilizzabili, con falso marchio Ce. Tra le parti civili che si sono costituite ci sono lo Stato, il Ministero dell’Interno, l’Agenzia delle Dogane, l’Agenzia delle Entrate e importanti strutture ospedaliere come il Gruppo San Raffaele e il Gruppo Multimedica, che hanno ricevuto le mascherine oggetto del contendere.

Durante l’udienza odierna, il pubblico ministero Ciro Caramore ha notificato un ulteriore capo di imputazione per un’altra fornitura di mascherine non idonee a un ente sanitario in piena emergenza Covid. I legali degli indagati hanno chiesto i termini per la difesa e il processo tornerà in aula il 12 aprile.

La Procura di Busto Arsizio aveva chiesto il rinvio a giudizio degli indagati lo scorso ottobre, ma la richiesta era stata rigettata dal Giudice per le indagini preliminari che aveva dichiarato la propria incompetenza, destinando così il processo a Roma. Tuttavia, il pubblico ministero ha ribadito che il processo dovrebbe svolgersi a Busto Arsizio, in quanto il presunto reato è stato commesso a Malpensa.

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