Paolo Vincenzo Malvini è stato condannato a 5 anni e 1 mese di reclusione per falso e ricettazione di documenti, ma è stato assolto dall’accusa di essere stato il “regista” e il “direttore” di un’associazione per delinquere finalizzata a una truffa milionaria sui fondi Covid. Tra le presunte vittime di questa truffa ci sarebbe stata anche l’ex presidente della Camera dei deputati Irene Pivetti. Tuttavia, gli atti del processo sono stati inviati alla Procura per verificare l’eventuale reato di riciclaggio.
Malvini è stato trovato nel suo nascondiglio a Cinisello Balsamo, dove viveva in un seminterrato accessibile attraverso una sauna con un meccanismo nascosto. Si è scoperto che aveva allestito un laboratorio per la ricettazione di documenti e che la banda di cui faceva parte avrebbe ottenuto prestiti e finanziamenti come fondo di garanzia Covid attraverso un complicato meccanismo di documenti falsi, persone inesistenti e società create ad hoc.
L’operazione ha messo in luce truffe a ogni livello, dal riciclaggio di denaro all’estero fino all’acquisto di beni di lusso mai pagati. Malvini ha ammesso di essere stato un falsario di documenti, ma ha negato qualsiasi coinvolgimento con gli altri membri della banda. La Procura aveva chiesto per lui una condanna a 5 anni di reclusione.
L’inchiesta della guardia di finanza di Asti che ha portato a 10 arresti ha messo in luce guadagni sostanziosi che permettevano agli imputati una vita agiata e qualche sfizio. Uno di loro è stato trovato con una barca e tre motori dal valore stimato in 245mila euro ormeggiati nel porto di Olbia. Malvini è stato difeso dall’avvocato Stefano Gerunda, ma nessuno si è costituito parte civile nel processo.