Ieri si sono svolti i primi interrogatori di garanzia per il direttore e l’amministratore unico di Asm, attualmente indagati ed agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione insieme al sindaco di Vigevano, Andrea Ceffa. Gli indagati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.
La scorsa settimana tra le vie del comune pavese è caduto un fulmine a ciel sereno. La notizia dell’arresto del Primo Cittadino Andrea Ceffa ha suscitato scalpore. A finire nel mirino dell’accusa di corruzione anche alcuni esponenti come la consigliera comunale Roberta Giacometti e l’amministratrice unica di ASM Vigevano Veronica Passarella, direttore amministrativo di ASM Vigevano Alessandro Gabbi e l’amministratore unico di Vigevano Matteo Ciceri.
Il primo interrogatorio di garanzia svoltosi nella giornata di ieri ha visto Veronica Passarella e Alessandro Gabbi sotto la difesa dell’avvocato Marcello Caruso di Pavia. Entrambi si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Il loro avvocato, infatti, ha la necessità di studiare dettagliatamente le carte dell’inchiesta.
Gli interrogatori di garanzia si svolgeranno anche nella giornata di oggi e di mercoledì, in cui verranno sentiti gli indagati su cui grava un’ordinanza di custodia firmata dal Gip del Tribunale di Pavia, Luigi Riganti, come richiesto dalla Pm Chiara Giuiusa.
Pare che alla base dell’intera vicenda ci sia il tentativo di far cadere il Sindaco dal suo ruolo, reclutando consiglieri disposti a dimettersi. A manovrare il tutto pare che ci sia l’ex europarlamentare Angelo Ciocca ed un imprenditore, Alberto Righini.
Il Sindaco Andrea Ceffa, dopo le querele e le controquerele e l’inizio dell’operazione della magistratura, si è ritrovato ad operare in un clima sfavorevole. Roberta Giacometti, consigliera comunale attualmente indagata, ricevette la promessa di una consulenza legale fittizia presso ASM Vigevano, che non le competeva, su richiesta diretta del Sindaco.
Incarico privo di utilità per l’azienda e quindi sarebbe stato organizzato solo per offrire un vantaggio economico alla consigliera comunale, concordando una cifra di 6 mila euro l’anno.