La montagna è un luogo meraviglioso, ma anche molto pericoloso. Questo è un concetto che viene ripetuto spesso dagli esperti e che, purtroppo, è stato confermato dalla recente tragedia che ha sconvolto il mondo del Cai nazionale e bergamasco. Angelo Panza, un esperto scalatore di 66 anni, è morto durante un’arrampicata sul Monte Rosa insieme a una compagna di cordata.
Dopo il riconoscimento della salma da parte della famiglia a Aosta, il feretro sarà portato al Palamonti, la sede principale degli alpinisti orobici, per l’ultimo saluto. La camera ardente sarà aperta da giovedì e i funerali si terranno ancora lì, alle ore 18. La famiglia ha espresso la volontà di portare la salma al Palamonti, dove Panza aveva trascorso gran parte della sua vita dedicandosi alla montagna.
Panza era un esperto scalatore, che aveva raggiunto la vetta dell’Ama Dablam, a 6.812 metri di quota, in Nepal nel 2018. Era anche un istruttore di alpinismo e scialpinismo, che aveva contribuito a fondare la scuola orobica di San Pellegrino. L’attuale direttore della scuola, Domenico Giupponi, ha parlato di Panza come di una persona seria e precisa, che aveva lasciato un’eredità morale importante agli altri istruttori.
La morte di Angelo Panza è una grande perdita per il mondo dell’alpinismo e per la comunità bergamasca. La montagna può essere un luogo meraviglioso, ma è importante ricordare che l’imprevisto è sempre dietro l’angolo e che dobbiamo essere sempre attenti e pronti a fronteggiare eventuali situazioni di pericolo.