Il direttore generale dell’Asst LeccoMerate, Paolo Favini, ha fatto una retromarcia sulla chiusura definitiva della Psichiatria dell’ospedale di Merate. Nonostante la chiusura del Servizio psichiatrico di diagnosi e cura del San Leopoldo Mandic, il numero uno della sanità pubblica provinciale ha spiegato che la struttura non è chiusa definitivamente, ma che è necessario reclutare dodici specialisti per poter valutare la riapertura dei posti letto o il potenziamento dei servizi territoriali.

La retromarcia di Favini è stata causata dalle denunce di 18 operatori sanitari del settore, che hanno accusato la gestione dell’Asst di essere incapace e pressapochista. I problemi riguardano non solo il reparto soppresso del San Leopoldo Mandic, ma anche altri ambulatori e guardie notturne della zona. Gli operatori sanitari hanno sottolineato l’importanza di garantire cure adeguate ai pazienti e ai loro familiari, che spesso sono abbandonati a se stessi.

Il direttore generale ha assicurato che la strategia dell’Asst non prevede il ridimensionamento funzionale dell’offerta delle cure psichiatriche nel territorio Meratese e Casatese, ma anzi il suo recupero e potenziamento attraverso il personale necessario. Favini ha sottolineato che la valutazione della risposta più appropriata alle reali necessità espresse deve essere fatta in base a criteri oggettivi e non a meri ritorni al passato.

In sintesi, la chiusura del Servizio psichiatrico di diagnosi e cura del San Leopoldo Mandic non è definitiva, ma è necessario reclutare dodici specialisti per valutare la riapertura dei posti letto o il potenziamento dei servizi territoriali. Gli operatori sanitari hanno denunciato una gestione incapace e pressapochista, che ha creato un clima di tensione e ha penalizzato i pazienti e i loro familiari. Il direttore generale ha assicurato che la strategia dell’Asst prevede il recupero e il potenziamento delle cure psichiatriche nel territorio, attraverso il personale necessario e la valutazione delle reali necessità espresse.

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