La peste suina è arrivata in Lombardia, come prevedibile, dopo essere partita dalle colline dell’Oltrepò pavese. Nonostante gli sforzi fatti l’anno scorso per cercare di proteggere i confini, il virus è stato trovato in una carcassa di cinghiale nel territorio comunale di Ponte Nizza, nel pavese, confermando la presenza del virus nella zona. Il virus non è trasmissibile all’uomo, ma colpisce i cinghiali in libertà e mette a rischio gli allevamenti di suini. La Lombardia alleva il 50% dei capi a livello nazionale, il che è preoccupante.

Per contrastare il virus, l’assessore Beduschi ha dichiarato che il livello di attenzione rimane altissimo e che è fondamentale procedere con l’individuazione delle carcasse di cinghiale, con il supporto logistico dell’esercito e l’utilizzo di droni. È anche necessario continuare con gli abbattimenti controllati. Il 6 giugno, il presidente lombardo Attilio Fontana aveva emesso un’ordinanza per circoscrivere la circolazione del virus.

È importante prendere tutte le precauzioni necessarie per evitare una diffusione ulteriore del virus. La Lombardia è una delle regioni italiane più importanti per l’allevamento di suini, e un’epidemia potrebbe avere conseguenze disastrose per l’economia della regione e del paese. Bisogna fare tutto il possibile per proteggere gli allevamenti e i cinghiali in libertà, e limitare la circolazione del virus il più possibile.

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