Le indagini sull’omicidio di Carmela Fabozzi, avvenuto il 22 luglio 2022 nella casa di ringhiera nel centro di Malnate, hanno portato a importanti risultati grazie al lavoro scientifico degli investigatori. Le impronte trovate sul vaso blu utilizzato per colpire la vittima corrispondono a quelle di Sergio Domenichini, che erano già presenti nel casellario centrale del ministero dell’Interno e nella disponibilità della direzione centrale anticrimine della polizia di Stato. Queste impronte erano state rilevate in diversi contesti e momenti della vita di Domenichini, confermando la sua presenza sul luogo del delitto.

Le attività di rilevamento delle impronte sono state svolte dal reparto investigazioni scientifiche di Varese e i reperti sono stati successivamente trasmessi al Ris di Parma per gli accertamenti dattiloscopici. Le impronte hanno trovato riscontro nel sistema automatizzato di identificazione delle impronte (Afis), consentendo agli investigatori di identificare rapidamente Domenichini come sospettato dell’omicidio. Una volta rintracciato, è stata emessa un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei suoi confronti.

Le impronte trovate all’interno del vaso rappresentano un elemento decisivo nelle indagini e saranno utilizzate come prova nel processo. La ricostruzione precisa di ciò che è accaduto all’interno dell’appartamento e dei rapporti tra la vittima e l’accusato dovranno essere stabiliti con precisione. Il processo inizierà il 20 settembre e la giuria popolare è già stata selezionata per comporre la Corte d’Assise.

Inoltre, Antonio Crisafulli è stato condannato a un anno e 4 mesi di carcere per favoreggiamento, in quanto è stato accusato di aver aiutato Domenichini a sbarazzarsi dei cellulari rubati alla vittima e di averlo accompagnato in un compro oro di Varese.

Le indagini svolte dagli investigatori hanno permesso di fare importanti progressi nel caso dell’omicidio di Carmela Fabozzi. Grazie al lavoro scientifico e all’analisi delle prove, si è potuto identificare il sospettato e raccogliere elementi oggettivi per sostenere l’accusa nel processo. Ora spetta alla giustizia fare luce sulla vicenda e garantire giustizia per la vittima e la sua famiglia.

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