Ogni volta che Andrea si trovava nel posto giusto al momento giusto, era un incubo. Una giovane di 27 anni di Cremona ha raccontato in aula penale del tribunale i momenti di angoscia e paura vissuti dopo aver interrotto la relazione con il suo fidanzato, finito a processo per stalking. Oggi è stata emessa una sentenza di condanna a 2 anni con la sospensione condizionale della pena contro la richiesta di un anno del pm. L’imputato, assistito dall’avvocato Elena Guerreschi, dovrà risarcire la parte civile con la somma di 3.000 euro, rappresentata dall’avvocato Ilaria Ceriali.

I due si sono conosciuti nel 2019 e la loro relazione è stata turbolenta fin dall’inizio, soprattutto a partire da gennaio 2020, quando, prima che scoppiasse la pandemia, sono partiti per un viaggio. Durante una discussione, il fidanzato ha colpito così forte la porta del bagno dell’hotel con un pugno che è stato costretto a recarsi in ospedale. Mi sono spaventata”, ha ricordato la ragazza. Andrea voleva terminare la relazione, ma lui si è pentito e le ha chiesto scusa, ottenendo una seconda possibilità.

Poi è arrivato il Covid. Andrea, che è un’infermiera, si è dedicata al lavoro. Durante il lockdown, si vedevano poco. Ad aprile 2020, è stata contagiata dal Covid e la coppia ha ripreso a frequentarsi solo a metà maggio. Andrea andava spesso a casa del fidanzato e lì ha scoperto che nascondeva droga. Lui si è giustificato dicendo che apparteneva a un amico, ma poi ha ammesso che era sua. Bugie, litigi e discussioni erano all’ordine del giorno, fino a quando la giovane ha interrotto definitivamente la relazione. Lui non l’ha presa bene e, secondo la ragazza, ha continuato incessantemente a chiederle di tornare sui suoi passi. “Chiamava mia madre, contattava le mie amiche, si presentava sul mio posto di lavoro. Era presente ovunque andassi. Al ristorante con le mie amiche è arrivata una bottiglia di vino offerta da lui, l’ho trovato davanti a una pasticceria che mi aspettava perché voleva parlarmi, e l’ho trovato anche nel cortile di casa che cercava di aprire la porta per entrare”.

L’imputato è diventato anche aggressivo. “Mi ha preso per un braccio, mi ha spinto giù dalla mia auto per impedirmi di andare via”. E poi le minacce di morte al nuovo fidanzato che la vittima ha iniziato a frequentare nel maggio 2021. “Guardava le storie delle mie amiche su Instagram per cercare di capire dove fossi, mi ha tempestato di messaggi, mi ha chiamato fino a 60 volte al giorno. Poi l’ho bloccato”.

L’episodio che la ragazza ha definito come “l’apoteosi di tutto” è accaduto dopo una cena in una pizzeria di Vescovato. Andrea, con le sue amiche e il suo nuovo fidanzato, ha raccontato di aver ricevuto chiamate anonime per tutta la serata, anche quando stava tornando a casa in macchina. Lungo il tragitto, nel tentativo di riagganciare il telefono, ha perso il controllo dell’auto, finendo contro un palo e l’auto si è incendiata.

Nel giugno 2021, la ragazza ha deciso di denunciarlo. “Sono stata costretta a interrompere anche con il mio fidanzato perché riceveva continue minacce dal mio ex su Instagram”, ha riferito Andrea. “Attualmente non lo sento più. Dopo la misura cautelare si è calmato”.

Per l’imputato, l’avvocato Guerreschi ha chiesto l’assoluzione. L’avvocato ha riconosciuto che “se si voleva ricucire la relazione, le cose avrebbero dovuto essere gestite in modo diverso”, ma ha anche sottolineato la “mancata prova di un effettivo danno subito dalla vittima, che non ha prodotto certificati medici per l’ansia a cui sarebbe stata sottoposta, né ha dimostrato di aver cambiato le proprie abitudini: non ha nemmeno deciso di cambiare il numero di telefono, che è la prima cosa che solitamente fa una persona vittima di stalking”.

Sara Pizzorni

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